21 febbraio – 21 novembre 2019

In punta di piedi

a cura di Erica Romano e Silvia Bellotti

Biblioteca di Storia dell’Arte dell’Università di Firenze
via della Pergola 56, Firenze

Artisti
Adriana Amoruso (Trani, 1991), Sara Colzi (Firenze, 1990), Rosita D’Agrosa (Polla, 1989), Raffaele Di Vaia (Torino, 1969), Tiziano Doria (Venosa, PZ, 1979), Gabriella Furlani (Maracay, Venezuela, 1951), Franco Ionda (Firenze, 1946), Mom3nto [Miriam Bettarini & Franco Spina] (Firenze, 1991 e Cosenza, 1992), Federica Rugnone (Prato, 1987), Chiara Spataro (Como, 1974).

 

 

La rassegna di mostre “in punta di piedi, nasce dalla volontà di valorizzare il complesso della Biblioteca Umanistica di Storia dell’Arte attraverso l’installazione graduale e prolungata nel tempo, delle opere di dieci artisti contemporanei provenienti da tutta Italia.

La cadenza mensile delle esposizioni sarà accompagnata da incontri a ingresso libero, chiamati Bibliotalk, aperti a cittadini, studenti e pubblico che avranno la possibilità di conoscere e interagire direttamente con gli artisti e con le curatrici. Le tappe di questo lungo percorso culmineranno con un evento finale che si terrà nel mese di giugno 2019.

Utilizzando diversi mezzi espressivi (dalla pittura alla fotografia, dall’installazione alla performance) gli artisti offrono la propria interpretazione dello spazio, creando un dialogo silenzioso tra le opere in mostra e la memoria storica del luogo, l’ex Chiesa dell’Orbatello (1372), che era inserita all’interno del complesso omonimo destinato ad accogliere le famiglie più bisognose, in particolare vedove con figli e donne che partorivano in segreto, le cosiddette “gravide occulte”.

Da culla di donne e bambini nascosti a culla culturale, di un sapere stavolta nascosto nei libri.

Nel 2012, grazie a un importante lavoro di restauro, l’ex Chiesa dell’Orbatello è stata svelata alla comunità in tutta la sua ritrovata bellezza. Lo sviluppo di tale spazio, tuttavia, non ha mutato la sua radice, serbando il senso ultimo della sua esistenza nel trascorrere indefesso del tempo, con tutte le sue rivoluzioni e contingenze.

Il progetto della mostra intende quindi raccontare un bisogno di sguardi, disvelando il mistero di questo spazio segreto e affascinante, attraverso opere visive e installazioni non particolarmente invasive, tali da dover essere cercate all’interno delle sale avvicinandosi con cautela, rispettando la natura del luogo, deputato allo studio e alla riflessione, e favorendo un approccio all’opera discreto, appunto, in punta di piedi.

L’obiettivo è ricucire la memoria e stavolta aver cura di non abbandonare, dimenticare o rinnegare non solo una vita e l’arte della vita, ma anche la vita dell’arte.

 

Divi WordPress Theme